MUSICOTERAPIA E FOSFENISMO

MUSICOTERAPIA

Tute le forme di spiritualità fanno appello alla musica: dagli antichi sciamani ai bardi celti musicoterapeuti, dai suonatori di tamburo ai cantastorie africani e alle musiche sacre occidentali, il legame è evidente. Dovunque la musica è supporto di guarigione e di comunicazione con il sacro.

Le scoperte del dottor LEFEBURE sui fosfeni e sui ritmi cerebrali hanno permesso di esplicitare in maniera scientifica i processi fisiologici soggiacenti a queste pratiche.

I fosfeni sono le macchie colorate consecutive alla fissazione di sorgenti luminose. Con l’ausilio dei fosfeni il dottor LEFEBURE ha evidenziato dei ritmi cerebrali sconosciuti fino a quel momento. In effetti, esiste una relazione particolare tra i fosfeni e i ritmi del cervello, tra la luce e la musica.
I fosfeni si comportano in maniera ritmica: pulsano, vibrano, si alternano o oscillano. Prodotti dall’azione della luce sul cervello, essi sono ad immagine del lavoro ritmico del sistema nervoso. Si adattano in modo soggettivo ai ritmi del pensiero e permettono di misurarli con precisione.

Nondimeno, i fosfeni hanno anche un’azione profonda e misteriosa sul sistema nervoso. In effetti se si pensa nello stesso momento in cui si osserva un fosfene è, al contrario, il pensiero che tenderà ad assumere i ritmi naturali dei fosfeni.

Sono dunque i ritmi dei fosfeni che inducono i ritmi delle preghiere, dei canti, dei mantra o delle musiche sacre, generando nel corpo delle correnti di energia che si esteriorizzeranno con danze e posture.

Riassumendo, sono le preghiere con fissazione di sorgenti luminose che sono all’origine di tutti i riti religiosi.

La musica e i suoi ritmi avranno l’effetto di cambiare lo stato di coscienza dei musicisti e degli spettatori, conducendoli a degli stati di estasi.
A livello terapeutico, la musica può generare diversi stati di coscienza. Dalla madre che culla il suo bambino cantandogli una ninna nanna per calmarlo alle musiche militari considerate capaci di dare coraggio ai guerrieri, è tutto un ventaglio di emozioni che la musica può generare.
Le leggende celtiche attribuiscono alla musica dei bardi il potere i guarire, di far piangere, di far dormire o anche di terrorizzare gli avversari.
Il blues, musica degli schiavi neri d’America, è basato su un dondolamento, uno swing. E’ con questo dondolamento che il musicista blues ridà il coraggio di vivere a sé e a chi gli sta intorno, anche nelle peggiori condizioni.

Tutti i musicisti sentono la potenza della musica, ed è nel momento dei concerti che questa esplode e acquista tutto il suo senso, sfociando in un’autentica comunione. Il cantante Bruce Springsteen lo esprime molto giustamente così:
«Un concerto è come prendere un treno. Ogni volta mi chiedo fin dove ci porterà questo treno, il pubblico e me. E faccio tutto il possibile perché ci porti il più lontano possibile».

Esercizio: Scegliete uno dei vostri brani preferiti.
Fate un fosfene con la lampada fosfenica.
Chiudete gli occhi e canticchiate mentalmente il ritmo o la melodia.
Ripetete l’operazione da 15 a 45 minuti e percepirete l’energia della musica.