IBOGA E FOSFENISMO

IBOGA

In qualche anno l’interesse per l’iboga si è considerevolmente sviluppato, il che è attestato dalla ricchezza dei siti che gli sono dedicati. Esso è nello stesso tempo un allucinogeno, il cui possesso in certi paesi è illegale, con rischi di detenzione fino a 20 anni, un rimedio alla dipendenza (eroina, cocaina, alcool), e una pianta iniziatica nel bwiti africano.

Il Francese Jean-Claude Cheyssial gli ha consacrato due documentar: Il bosco sacro, nel 1995 e La notte del Bwiti, nel 1997. Più recentemente, Vincent Ravalec, Mallendi e Agnès Palcheler hanno scritto a sei mani Bosco sacro, Iniziazione all’iboga, 2004, libro che si accompagna ad avvertimenti costanti: «L’Iboga non è né una droga, né un passatempo…»

Questi avvertimenti fanno eco a quelli de «La notte del Bwiti» a proposito delle virtù curative della pianta «…bisogna sapere che assumere l’iboga comporta una sofferenza ancora più difficile da gestire della malattia stessa…».
E’ impossibile in effetti classificare l’iboga tra le droghe ricreative. Agli antipodi del divertimento, non invita a fuggire la realtà ma opera un incontro con se stessi, con il proprio inconscio, e con gli antenati nello sciamanismo africano. Il suo utilizzo è rituale. Accompagna sempre un rito di passaggio: morte dell’uomo vecchio e rinascita, anche quando rinunciare all’uomo vecchio significa rinunciare alla malattia o alla dipendenza. E’ d’altra parte a questo titolo che esso appassiona la comunità scientifica che si interroga sui meccanismi messi in gioco nella disassuefazione dalle droghe.
Nel 1998, Anderson esprime l’ipotesi secondo la quale l’iboga ingerito in un contesto sciamanico o psicoterapeutico induce uno stato che si apparenta al sonno paradosso del feto e che si caratterizza per la sua plasticità ; permette alle esperienze traumatiche di tornare in superficie e di essere integrate.

Ora, precisamente, Michel Jouvet, biologo specializzato nella fase del sonno paradosso, sviluppa la seguente ipotesi: Il sogno agisce come «una riprogrammazione del cervello». Infatti esso è il responsabile del «software»; permette di riconfigurare e di reinizializzare il sistema. Perciò è il guardiano dei nostri programmi in fatto di abitudini, di bisogni, di individuazione.
Questa metafora viene utilizzata nei seminari in cui si assume dell’iboga: le testimonianze parlano di deprogrammazione, di dossier da sopprimere. Uno dei partecipati, venuto a seguito di una rottura sentimentale molto logorante, spiega che quando è andato via era come se le connessioni neurologiche relative a questa prova fossero state eliminate, come se l’evento non fosse mai successo. E’ una pulizia dei circuiti neuronali, una specie di rimessa a zero dei contatori.

Un’altra proprietà interessante dell’iboga risiede nella possibilità di manipolare il materiale immaginario, che sia attraverso il terapeuta, il nganga o il partecipante. E’ sempre possibile fermarsi su un’immagine, tornare indietro, studiare un’alternativa. In ogni momento l’esperienza può essere guidata. Non c’è alcuna perdita di coscienza.
La disposizione d’animo con la quale si assume l’iboga gioca un ruolo importantissimo. Per gli Africani dell’Ovest si tratta di un rito di passaggio. Il bosco sacro permette di disfarsi di tutti i blocchi psicologici e sociali accumulati nell’infanzia, di comunicare con i morti e di ottenere una direzione di vita.

Se si proviene da una cultura diversa, le visioni saranno differenti.

Ecco la testimonianza di un Fosfenista dopo un seminario tenutosi in Ardèche. La descrizione della sua esperienza fa evidentemente riferimento ai lavori di Francis Lefebure, di cui

Notte tra sabato e domenica

Prima assunzione di iboga:

Ogni partecipante si sposta verso il Nganga Mallendi che gli dà un cucchiaio di iboga in polvere. La pianta è veramente disgustosa, di un’amarezza estrema.
Dopo qualche minuto comincio a sentire delle vibrazioni nel corpo, nei chakra della pianta dei piedi e delle mani.
Quando il Nganga si muove vicino ad ognuno per somministrare una nuova dose, le vibrazioni si amplificano in tutto il corpo e il mio campo visivo comincia ad alterarsi.
Dopo la terza assunzione, sento uno stato vibratorio intenso e chiudo gli occhi. Percepisco un enorme fosfene, anche se non ho fissato nessuna sorgente luminosa. Questo fosfene comincia a roteare, poi assume l’aspetto di uno ruota dentata che gira. Capisco allora che questa prima visione simboleggia i chakra. Mi sento partire in rotazioni straordinarie di tutto il corpo a velocità stupefacenti.

Le visioni:

Ho notato tre modi di percepire le visioni:
La prima era l’organizzazione del caos visivo, con gli occhi chiusi. All’inizio la sostanza fosfenica riempiva il campo visivo, poi si è formata un’immagine. Diventava sempre più netta, fino a raggiungere l’intensità di una visione, poi si disgregava in sostanza fosfenica per organizzarsi in seguito in una visione differente. Sono stato colpito dall’evidenza di quello che affermava il Dr Lefebure: i fosfeni sono una porta verso la chiaroveggenza.

Il secondo tipo di visione si manifestava con gli occhi aperti. Appariva davanti a me un’immagine animata in 3D. Era un fenomeno sorprendente. Il terzo tipo di visione si produceva su un supporto, un muro, una superficie piana che faceva da schermo. Ho notato allora che le immagini vertevano sullo stesso tema.

Le visioni principali:

Mi è impossibile ricordare tutte le visioni, tante sono state quelle che sono sfilate davanti ai miei occhi, ma ricordo le seguenti:
Per un lungo momento, ho visto dei paesaggi urbani, dei binari di ferrovia, delle autostrade che sorvolavo. Poi, le une dopo le altre, sono sfilate delle case in pietra. Non ho capito il significato di queste visioni; ho chiesto alla pianta di darmi la spiegazione, ma non ho ricevuto risposta, e le case hanno continuato a sfilare.
Un altro episodio mi ha colpito molto; ho sorvolato una costa bordata da capanne africane in paglia. Davanti a ciascuna di esse si trovava un uomo armato di lancia. Poi un’enorme maschera africana si è messa a pulsare davanti ai miei occhi. Ci sono passato attraverso e ho visto una specie di pergamena, piena di caratteri alfabetici e di ideogrammi, e su di essa ho visto scendere un testo scritto in un alfabeto sconosciuto. «Parole magiche» ho sentito nella mia testa dopo aver chiesto alla pianta qual era il significato di questa visione. Ma non sono riuscito a decifrare il messaggio. Mi sono chiesto se non fossi stato africano in un’altra vita.
Ho avuto una visione bellissima, quella di un vulcano enorme che entrava in eruzione. La proiezione di scintille rosso-arancio altissime nel cielo e la loro caduta sotto forma di gocce viola era spettacolare!

Un fosfene si è trasformato in sole, poi si è allontanato con un’accelerazione incredibile fino a diventare un punto minuscolo.
Ho avuto delle visioni di arabeschi che evocavano il mondo azteco.
Ho visto in 3D la radice sacra iboga che girava su se stessa davanti ai miei occhi.
Ho avuto un’altra visione piuttosto strana. Mi sono sentito partire in strati lontani dell’astrale con la sensazione di trovarmi davanti al guardiano della soglia, colui che sbarra l’ingresso verso la sorgente, il sé. Ho dovuto combattere questa creatura dall’aspetto diabolico, e ho pensato che il combattimento fosse perso in anticipo, che sarei morto. In quel momento è comparsa un’entità positiva, si è diretta verso il guardiano della soglia e l’ha ridotto in pezzi. Non mi ricordo il seguito, ma ho capito che ero protetto da forze spirituali potenti. Questa visione è l’esatta replica di un sogno che avevo già fatto.

Sabato mattina

Guarigione spirituale degli angeli:

Per quanto straordinario possa sembrare, ho visto con i miei occhi fisici due angeli grandi come una mano, da una parte e dall’altra del mio plesso solare, effettuare una guarigione energetica di questo chakra. Bisogna sapere che questo era stato violentemente danneggiato due anni prima. Sommerso di emozione per questa guarigione, ho pianto di gioia per un lungo momento. Sentivo il mio plesso solare che si svuotava di tutte le emozioni represse; ero pieno di una gratitudine immensa.
Poi, ho sentito la salita di Kundalini, dal chakra della base fino al chakra del cuore, accompagnata dalla seguente visione: davanti a me, un muro di pietra si è socchiuso per lasciar filtrare una luce di un bianco estremo.
Il pomeriggio seguente, ho sentito un’apertura di cuore straordinaria, un sentimento di appartenenza e di accettazione per tutto ciò che mi stava intorno.

Sabato sera

Il sabato, a mezzanotte, è iniziata la seconda notte da sveglio: l’iboga era mescolato con del miele che lo rendeva molto più gradevole.

Ho passato una notte molto difficile, non mi ricordo molto bene come si è svolta esattamente, ma in compenso quello che mi ricordo è di essermi sentito aggredito su un piano energetico. Avevo il corpo completamente saturato a livello vibratorio e non avrei potuto sopportare la minima dose di ritmo supplementare. Mi sembrava di essere sul punto di disintegrarmi. Impossibile guardare la fiamma delle candele: era insopportabile! Allora sono rimasto per un lungo istante a guardare il soffitto per alleviare la tensione che sentivo nel mio corpo.

Dopo un attimo, ho sentito un’attivazione a livello dei primi chakra, poi delle enormi onde di energia sono salite dalla parte inferiore del corpo per accumularsi nel torace. Ho cominciato a sentire un caldo pazzesco, la mia maglietta era inzuppata e ho dovuto toglierla. L’energia era bloccata a livello della gola e continuava ad accumularsi a livello del petto, provocando un surriscaldamento. Ero al limite del panico.
Non so esattamente come mi sono ripreso, ma dopo un po’ sono riuscito a far salire l’energia poco per volta a livello della gola e della testa.

Verso la fine della notte, ci hanno dipinto il viso con del caolino bianco e hanno messo uno specchio davanti a ciascuno di noi, e l’obiettivo era prendere contatto con i nostri antenati. La prima visione che ho avuto non era un volto ma un immenso complesso immobiliare che non riuscivo a vedere nella sua globalità. Ho fatto molta fatica a conservare questa visione che lasciava il posto al mio riflesso al minimo movimento degli occhi.
Dopo ho visto dei volti, alcuni dei quali erano fissi, come disegnati a matita, e altri erano animati come al cinema.
Non sono riuscito ad interpretare tutte queste visioni.

Domenica mattina

Terminata la serata, mi sentivo in uno stato straordinario e sono uscito ad ammirare l’alba. Ho fatto un fosfene e ho visto il sole danzare davanti ai miei occhi e girare su se stesso. Ho assistito lì ad un fenomeno descritto dal Dr Lefebure. Poi ho proiettato dei fosfeni sul prato, cosa che ha innescato delle visioni nette come le immagini di un film.
Più tardi ho cominciato a sentire la fatica. Gli abbassamenti di voce di cui soffrivo avevano senz’altro un legame con lo sblocco del chakra della gola.
Constatando che il mio cuore aveva un battito superiore a 100, sono andato a cercare il Nganga Mallendi che ha imposto la sua mano destra sul mio cuore. Molto rapidamente, ho sentito un grande calore che mi avvolgeva il cuore e che scendeva progressivamente. In qualche minuto il mio cuore aveva ritrovato il suo ritmo normale. Mallendi mi ha detto che ormai non avrei più avuto problemi sotto quel profilo.

Domenica sera ho potuto finalmente dormire di nuovo, dopo due notti in bianco.
Il minimo che possa dire è che ho avuto la sensazione di attraversare una prova immensa e che ho vissuto un’esperienza estremamente potente.
Ho spesso sentito un grande sconforto. Ho anche avuto dei grossi momenti di risveglio e di gioia.

Questa testimonianza si riferisce costantemente ai lavori del Dr Lefebure, che ha messo in evidenza il ruolo della luce nel passaggio dal selvaggio all’umano. La scoperta del fuoco è stata capitale. Prima esso è diventato il punto di convergenza delle attività del gruppo. Poi ha generato una gerarchia tra coloro che detenevano la conoscenza (i guardiani) e gli altri. E’ qui l’origine dello sciamanismo.

Per il Dr Lefebure la spiegazione è semplice. Vegliare il fuoco significava fissarlo in permanenza, significava fare dei fosfeni. Ora, qualunque pensiero acquisisce un’energia supplementare quando è mescolato ad un fosfene. Sono i fosfeni che hanno permesso lo sviluppo del cervello superiore. Li si ritrova nel fondamento delle religioni.