DIGIUNO E FOSFENISMO

DIGIUNO

La pratica del digiuno non è nuova. Le sue virtù curative sono conosciute sin dall’Antichità. Ippocrate raccomandava il digiuno. Socrate e Platone lo consideravano un rimedio sovrano per un buon equilibrio fisico e mentale, e praticavano regolarmente dei digiuni di dieci giorni. Quanto a Pitagora, digiunò quaranta giorni prima di passare un esame all’Università di Alessandria ed esigeva la stessa cosa dai suoi allievi prima di accettarli.

La pratica del digiuno è scritta nella natura poiché gli animali si astengono dal cibo quando sono malati o feriti. Il digiuno riposa l’organismo, lo detossina, lo rigenera. E’ prudente fare una preparazione prima di intraprendere un digiuno e arrivare gradualmente ad una alimentazione normale quando lo si interrompe.

Uno studio intrapreso in Germania per misurare l’impatto del digiuno sul sonno ha rivelato un miglioramento della qualità soggettiva del sonno, un recupero di energia durante la giornata, un migliore equilibrio emotivo e una migliore concentrazione per i quindici soggetti osservati.

Praticato in tutte le società tradizionali, il digiuno è stato regolarmente associato a dei riti. Spesso precede le iniziazioni.
Quasi tutte le religioni lo menzionano e gli riconoscono un valore spirituale. Appare più di cinquanta volte nella Bibbia.
E’ a questo aspetto spirituale del digiuno che il Dr LEFEBURE si interessa. Nel 1963 questo medico e ricercatore francese ebbe l’idea di controllare con l’utilizzo dei fosfeni l’efficacia degli esercizi iniziatici che gli erano stati insegnati. I fosfeni sono tutte le sensazioni luminose soggettive, cioè quelle che non sono direttamente causate dalla luce che stimola la retina. Fu così che scoprì l’importanza del ritmo dei due secondi. In effetti, quando si effettuano delle leggere oscillazioni della testa, questo è il ritmo che trascina il fosfene, mentre con un ritmo più rapido o più lento, esso resta fisso.

Forte di questa prima scoperta, studiò che cosa succedeva con due fosfeni e mise a punto il cervoscopio, per il quale vinse un premio. Questo apparecchio gli permise di fare nuove osservazioni sui ritmi cerebrali.

Tre anni dopo, ebbe l’idea di vedere che cosa succedeva se si pensava ad un soggetto preciso in presenza di un fosfene. Scoprì così le basi di quello che sarebbe diventato il suo metodo: il Mixaggio Fosfenico. Fosfene e pensiero agivano in sinergia permettendo lo sviluppo della memoria, dell’intelligenza e della creatività. Fosfene, ritmo e pensiero, ecco gli ingredienti fondamentali di ciò che egli chiama uno yoga scientificamente migliorato.

Se il Dr LEFEBURE raccomanda il digiuno è per le rivelazioni che esso può provocare. Nel suo Corso completo di Fosfenismo, egli si pone la seguente domanda:
«Che cosa succede se associate un pensiero al digiuno?

Se associate un pensiero al vostro digiuno, specie se non è esageratamente prolungato, ottenete dei risultati molto interessanti. Tutti quelli che hanno praticato il digiuno sono d’accordo: durante il digiuno, il sonno diventa più leggero e il dormiveglia molto più importante nella vita ordinaria.
Nel dormiveglia, o sonno leggero, capita spesso di ricevere sotto forma di sogni, delle visioni, delle percezioni uditive… delle direttive sugli esercizi più adatti alla vostra natura. Ciò si produce anche nello stato di veglia (sappiamo che il digiuno favorisce le visioni). All’inizio associate al digiuno i vostri esercizi abituali. I più adatti sono il Mixaggio Fosfenico e i mantra.
Per i dondolamenti, poiché sarete molto più sensibili alle vertigini durante il digiuno, fate semplicemente dei movimenti molto piccoli.

Le contrazioni statiche non vanno bene a causa del consumo di ossigeno conseguente, ma la respirazione con una leggera mancanza d’aria è assolutamente appropriata. Tutto questo lo sentirete d’istinto.

Mantra e Mixaggio Fosfenico si associano molto bene al digiuno. Potrete chiedere quali sono gli esercizi più adatti nella pratica del vostro sviluppo spirituale, della vostra iniziazione. Riceverete allora degli esercizi specificamente adattati alla vostra natura, (…) degli esercizi con i quali avrete una certa facilità a perseverare quando avrete finito il digiuno perché sono degli esercizi che rispondono alla vostra personalità.»